Giulio Camillo Delminio: L'Idea del Theatro - page 354

D E L LE M A T E R I E ,
i t i
% tn hreue caduca
,
dellaqual ferinemio
,
chtleg*
;
geffe
, potesse
fubito cogliere tal ejfer la una
bumana
.
faientità adunque a lui la roft per t i
mente
;
giudicò che?artificio , che porgeva il
loco a
S I M I L I ,
farebbe alla propofia cofa
molto accommodate : per virtù del quale fece
quefia diurna elegia
,
laqxal benché hahbtati
^
tnfcrittion di Kofa
;
nondimeno veramente t i
^ y d tw n
4
dfrfmi
0
Kìella humana caducità
* nella
) quale elegia perlafintitiudìne della rofi fi con
duce con maravigliofio artificio a metterci da»
vanti tipenfiero la brevità della vita nofira ,
ancor che bella pareffe
,
come larofa; impero-
thèfacendo co*uerfi Jvoi a poco a poco languir
la ro ft; fitteglia la mente a maggior cofa
, oso
^
tacitamente le propone la
nostra
caducità, delti -
*
qualenòn f a aperta mentione
,
fenon n e'du t
ultimi nerfi.
(bes.
■Collige virgo rofits,dum flos novus et nova pi»
Et
memor ejìo auumftc properare tuum.
Tutto adunque Vartificio fu nel?abandonar t i
propofia materia fu la naturairadice
,
poiché
troppofieuera la uedea,
oso
dal poema lontana.
Ne
pur artificiofu l'abandonarla
;
ma nel trat
-.v
tarrie unafomigltan.e/opra urialtra radice pur
naturale, per meZo deliaco della fimilttudine
,
tanto piena di dilettatane
oso
di miferationt
;
che ben fi ved e, che ella è più al poem a, eh* <
alla oratione accomodata,
oso
tanto piena di dò
fegni della nofira fi-agilità
;
che fenZa farne
mentione la dipingono.
Ev
il vero
,
che ncriun-
tUnrrto defa tti d i Enea ritiene nella trattation*-
1...,344,345,346,347,348,349,350,351,352,353 355,356,357,358,359,360,361,362,363,364,...516
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