Giulio Camillo Delminio: L'Idea del Theatro - page 344

M A T E R I E .
perche m i era cofi continuamente promeffò : la
mi daua ancora a creder
,
che di giorno in gior­
no la lingua mia hauejjè a far quel?o ffciò
,
che
la penna piglia al pre/ente. O ra
,
ancor ch*io
fia slato per lo adietro più atto 4 conofiere il
buqn volere uerfo di me,
0
t i potenza d iq ve-
fiugrandifiimo
R e ,
che
ti
diff>ofition d'iddio
,
il qual mena le cofi a fine da noi non conofciu
«
to. :
e
auvenuto , che io mi fta fiihtlmente rane-
dato del lungo tem po
,
chefirfaa far mio.debi
r
to f i ne è con le ptomeff'e reali andato ;
0
pe?
f irne notabil ammendaào intendo confim phei
0
neglette p a r o le ^ ^ ^ r ^ ^ ^ ^ i^ a ^
oso
tatoidf Eccellentia twflra dedicato la grande,#,
flifficiti
, 0
da altrui non trattata itnprefa cfoL
le materie fife fitto lo fh le cleì?eloquentepojt. /
fono venire. ìlqu attrattato, benché potejfe
•'
effer p iù , che ùtile a ciafcvn, che uotiffe d a i
(ulto il defiderio alla laude della eloquenza
r
nondimeno perche io l'ho ombreggiato fot comò
ilgentiltfimio
M.
Domenico Aniamto ha ned#
ipf nfile confvfiomdella continuaperegrinatio*
nf di quefia corte, dotte non può effer largo il
tempo, ne il loco; prego t i infinita uofira pietà
Commetta
*
che per fino miJ'arà lecito potergli
dar l'ultima mano, fia conferitalo nelle slret~
teZge delti lealtà di alcuno fvo fed ele. Dico
ancorché pia tofìo [ho
Commini parlare d'Italia, che nella lingua La*
sPfae
fipcrchemi e Al'animo, quando a Dio
piacerà
«
di vicinar\p ancoya alt i int^Uigtifaci
...
di qveli'alta Donna >cbe io per ti molte
0
raert
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