Giulio Camillo Delminio: L'Idea del Theatro - page 345

Iji
T R A T T A T O
*•
virtù fue fonmiamente honoro
;
fi ancor
,
perche
•io mi penfo
di
apprcu.WfWfiitdette dette ma­
terie con illuminati efempi del
P
etjfpcr farle
più fentire
.
Adunque
l’Eccellenza nostra
per
da fua incomparabile i)umanità nette bore del
Silaggior
otto
,
mentre farri coti g l Vluflrìfiimi
fuot fratelli
, M
onfig. di
Melano ,
e'I
Sif.
V>on
Yrancefco
,
tutta rivolta agli honefii ragiona-
menti delle belle lettere , degnerà per una fola
volta airtr la via per g li orecchi a quef i a miri
'imperfetta fatica
;
ne per tutto cij prego, chi
g li apra per la telitene del dittino
M. Celio,
no
-anco per quella dello ertidi iJJimo
M. A
leffinf-
Miro Guefinó,o del dottifinno medito Brafauola
,
f erciócbe qtiefie carte di vergogna arreffarebbo
fio
;
ma più lofio per la uoce di
M.
Agojìm
Ma­
sco ,
6
per
quella
del nobitt
M. Nicolo Bendide/,
due gióvani di grandrfiim afferan\a,ey di co­
fe nove defiderofi
. 1
fthèfefar le piacira, como
detta fua utrtù fie ro ; iòle prom ettofe b e !el&
trotterà aperta Ventrata a maggiorCofedlla ve­
rtuta mia
;
la qual non può ejjer lunge, quando
'ancor quefio alttftimo
R e, e
7
Cardinate ili*-
f r i fi. menafj'ero un poco più in lungo il comia*
to
,
che iofol per due mefi non ho potuto ancora
ottenere. Ma per non perder più tempo; cofi
fatfo farà delle materie il principio
* '
- * seTwtM
la eloqucnigtjjpcr mio avifò f t pofla
ch*tn
tqficófe prmcip
7
fit \ in materie , in artificio,
s a
in parole. Et quantunque ne Cicerone
,
rio
'labro autore
,
che io veduto babbia
,
ha bfciatri
firitta pvntaltn.nte cofifatta opet:ione
;
nondi­
meno U
*
1...,335,336,337,338,339,340,341,342,343,344 346,347,348,349,350,351,352,353,354,355,...516
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