Giulio Camillo Delminio: L'Idea del Theatro - page 56

D *
V
T H E A T ,
j*
feno,flate già per. me ordinate quefle fatiche
( ilqual è a l prefente inmano del
mollo Illu/L
S/g.
Conte
Claudio Hannone
ornamento della
}
nobiltà di queflo fecola ) farei. vedere a
V. 5, '
non
folamente quante,fa te habbia cantato il
Pe f
trarca in una medefma mifura ma quale egh,
o più lofio il fuo buon orecchio,
ha
cantato ; &
quale mifura (ancor thè dalla necefiità
Ari*
thmeticafujjè ricettata jo da Dante o da altro
anticofujfefiata,gmflamentemeffa m teflu ra)
ilfino buon giudiciò pi» forfè naturai-, che arti-;
ficiofo Jrabhut fuggito
y -q n e l, che giudico
delVetrarca y 'intendo moflrare un giorno d i
Virgilio ; y forfè altra
c o s a - L
aqual perche.
farebbe incredibile, paffo al prefente con fi­
lentio
*
Ut.tanto più, che io non ho parlato qua
fio poco della comparatione, pervoler dir di lei
-al prefente : ma per far meglio fentirea Vè
-che tutta l'arte mia è governata dalla necefiità
,
y dalla baflan\a : y quello. ,, che habbiam*
'dette dall'antippr
,
po/porre , y sn te rp o r delle >.
parole , per frno^Ltanto- numero, oltre alqual\
nonfi puògire^uoglioehe fia detto ancor p er­
la quantità, baftante dalle materie particolari
,
Eccowi
perche noi ì)abbiamo parlato delle fpecie
.
delìaccufatione : Lequali finalmente nolendo
noi riducer per tutte le fatiche a dui foli capì
:,
cioè,al bene y al male: entraranno nella parte.
del male con le loro difefe, dellequali quella che
;
uien nel foro, talhor concede inuleun modo il
fitto : f i come credo faccia Cicerone nella ora-
tio n pro
C.
RabtrtoFofihumioxon deprecatio-,
£
tifi
1...,46,47,48,49,50,51,52,53,54,55 57,58,59,60,61,62,63,64,65,66,...516
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