Giulio Camillo Delminio: L'Idea del Theatro - page 47

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il
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pentimento^
&
dice co/i
,.^0
me nunquam
Ckrr. psc
fapuntcm : g y aliqvandgjd
,
quodnon e ra t
,
ferieo
r
txjjhm atum : quantum je Po.
Romane
* di pentirle
mefefellit opinio
« O. weaitt
calamhofiatnac
•niipo.
precipiterà fieneflutem
:
o turpem, exaffa , de­
menta'];
aiate ,
camciem.
Ego p
.conferìptos
ad
parricidin/n induxi :
Ego.
Kemp. fejellt
. e‘l •
rimanente
,
laqu+d parte per virtù di una pur­
gatione
si accusa , ct' consense il
fio peccato;
gy
(occando, lochi della compafiione Mienc. ad irti-
.
petrar per occulte vie perdono f ancor che aper­
tamente non lo domandi: & l'efdamatiuo me­
thodo
.
per tlqual introduce J'accufabone i tie-
tH moltofu egliapifi per,cojì duref i l a ogni fiorr-
mlen%a.iftnfi ddi'acfufiitione : t y quante più
fin tefdam ationi
,
taniofan più vigilanti i det
ti
sanse.
E t, perche
V.S. ‘Mense.
Enfine mi
ha commejjò 9che io voglia non pur ne\L atini,
m a ancor nel E. mojìrar qualche loco i d(co che .
m tporrcalla memoria al preferite una accafa-
Iton , chc'l Eetr. volge m
se medesima
X-Uqvala
incomincia pur. dalla cfclamatione cefi].,
Qprfirno, ohora, o ultimo momento ,
O sì elle congiurate a impouerirme.
Mt cofi come nell'efempio di Cicerone, la
esala- -
m atrene ua in quelmedefimo
;
tn etn ua toccar
fa tto n e
,
dot in lui flejjò : coft il Etirarea quafi
incolpando ilgiorno,,f/iora
,
C/c. in queime*
definii volge t ejclamatione 3 a quali nafico/k-
mevl
e
da la colpa delfvo errore - Et Condune
appre/Jo Virgilio m loco della efilama/ione
*
rvejfi tntcrcetsione di dolore r quando d fie ^
1...,37,38,39,40,41,42,43,44,45,46 48,49,50,51,52,53,54,55,56,57,...516
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