Giulio Camillo Delminio: L'Idea del Theatro - page 240

a G I V L I O C A M I L L O .
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eTuro
AVauraJparfi. Ch'ut mille dolci nodi g li
avvolgea yperche non trotto c'babbi* concettofuo
rt di quello che è legato nel fu un
deste
parole
tali fono^gli effempt di V irgilio addotti. Ma
qual'Apelle,qual Policieto potrebbe pennelleggiar
f i uifibilc Vandar etun vecchio., come fece il
Pr-
trarca
,
Mouefi il vecchiarei ì non ci par veder
thè eglifin di immobile fatto \mobileperfiguri il
-s i '
*
Indi trahendo poi l'anticofianco,
v
Chi notilo vede tale leggendo quefio uerfò 9
che non li paia veder lui rtirarfi le ancheJlanche
dalla vecchiezza una'per volta
?
E tà qual lettori
non parvedeteam inar la uecchia
,
quando'legge
que' verfi
?
.si „estsi *'•v ■ «
Vergendofi in lontan paefifola
*
*+ . La fianca Vecchiarellapellegrina:.
«
Raddoppia i p a fii,
e
p iù
, e
più s affretta
.
• O
levar quelpafior la fera
,
che tutto'l dì era
fiato diftefo ? qvando legge quelli
.
Dn'osoaense
in piedi ,e con l'ufitta verga.
E t
qval lettor cf i cieco , effe Uggendo que'ver
f id i V irgilio
,
non ueggia g li atti, non fin ta i
colpi de'fabbri ?
si
- si
.
I
Ili interfe f i multa in brachia tollunt In nu­
merum) uerfiintj; tenaci fòrcipe maffam
.
Colui
adunque che ba g li occhi ergi* orecchi ne' predei
ti
«ersi,
potrà prometterli
di
poter operar di cofi
fatte belleZz*
y
quandof i metterà filo ad im ita r
lagran maeflra natura nette cagioni, negli effet­
ti , negli antecedenti . Et cofi in ciafiunde g li
altri luoghi , li quali
non
coitimaggfir firmjr di
1...,230,231,232,233,234,235,236,237,238,239 241,242,243,244,245,246,247,248,249,250,...516
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