Giulio Camillo Delminio: L'Idea del Theatro - page 239

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L A T O P I C A D I M.
%
mtnd.fi
,
fi lungo fifife
,
farebbe grandi li g ir i.
difi e
adunque . Neq,
tanto Squammeus iu fpi-
rarn traéìu (c colhgrt anguis
.
Et non filam enti
d a g li attt naturobliente perpetui
,
ma dalli tem-
pova/i
fi poj]mo ueder qua/ì unte figure t qual t
quefia di Virgilio nelferm arfi a cavallo col tirar
della briglia
,
adducili
j;
amens fubfifht habenis
.
Et
quello di volger li cavalli
.
5
edflater habenis
fle ti it equos.
Et
quello del Petrarca Qual Ninfa
onfonti
,
infelue mai qual D e a
,
Chiome d'oro f i
fino alTaura fciolfi
,
che uolendo uefìir blamente
quefio concetto
,
Laura hauerpiù belli capelli do-
g ii altra
,
muffe lafigura dal luogo degli attich e
fighono far le donnet quando più vaghi mofremo
b lo r capelli
, coso
altrove dal contrario atto figurò
il medefimo concetto
. N i
d’or .capelli in bionda
treccia attorfe , Si bella
. Ete
da confiderar in
%*
quefio non altrimenti che in tutti g li altri luoghi
f i topici come quefli, che figurativi chiamiamo,
r
che taihor le figure tf i come avviene ancor alle
locutioni d*altra maniera
,
uefiono lontano concet
todal fuono delle parole : taihor quel medefimo
chef i coglie dalle parole : le duefigure del
P
etrar
ca g ià date fono in effimpio
:
penne la intention
del Petrarca non era di voler uefiir quefio puro
concetto
,
Laurafiioglìer U capelli a l’aura t a at­
torcerli in bionda treccia
,
f i che il concetto fuo
fossa
dentro di tal parole
:
Mae
che
L.
hauea belli
capelli
.
La bclleZfrt de’ quali non li parta poter
con maggior uagheTf^a mofirare
,
che per virtù di
quefio luogo degli a tti.
V
efie ben il concettofe­
conda il fuon delle parole quello
.
E
ratto i capei
1...,229,230,231,232,233,234,235,236,237,238 240,241,242,243,244,245,246,247,248,249,...516
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