Franciscus Patricius: Della historia diece dialoghi - page 104

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licita è ripa:,la.
VMT i f i .
Vedete cheaccorto
che noi noie/le,chechiunque à fcriucre altrui nàta fi poneffè,pcr
quefo
fune
fa cefie,■&non
per altro.
Etdcefi
fa rper quefo da
quello certamente.
V M T Ifi.Adunque male hannofatto coloro, che
le
ultede
Sofisti,£rdeMufciyvr di quegli altri ci
poi che e f i
lo gommo,neper lafelicità
non reca i
giovame
. Et
e’
par pure mal
fa t t a cofa, che noi colloro
non pregiate,! quali hdato
al mondo, chepure maggior cofa
b,
che la (pedale patria
V
J l
L.
Male e f i non hanno fatto c er tam en teV e ro che e f i ci hanno portato in co-
vofdmento
d'huominiecellenti,iquali dobbiamo noi battere molto pregio.
Conciofa cofa che il leua-fi fopra alla infinita delle migliaia degli huomini,
qual ft fta
mefliere,mofira t
cclcnxad'animo fopra
Laquale ft co­
me cofa uemtacida Dio,dobbiamo noi b on o r a r eM a quello fo l
to della ulta ,■&de cof nini, & dell'opre loro , anchor
portato al
mondo qualchefiou.amento,cfi nonpuò dar però aiuto alcuno mila felicità: f i
come cofi
laquale lontana
fu dal goucrnodelecittà y finga che an
flìere de dipintori, Qrdegli altri imitatori, bper giuoco, & alla felicità non
. f i momento
. •
V j t T Ifi. Or che direte uoi degli Oratori
V Jl. L.
Cotefli fe
eJJ’ercitaronoil
mesìier
loro,ncf o l i , nonfa
n e , ma f i efipaffrrono ne
fenati , & trattaroio
tra gli huomini ciudi, <&de quali la aita poffa effere effempio altrui, à bene.
Et più,quanto faranno le loro
ationifiate
.
V MTP^ . Gli ora­
tori adunque in
queflapartc,<Ér
i ciudi& i guerrieri pojfon
ci hifloria à fine di felicità,
& non alcuni a l t r i V JL L .Ter certo nò.
V JL Tifi.
lo nonpofjò patire quefla cofa.Et [per gratta ucggiamo
quefla
gufò.
La
felicita
,
io odo che c
di
.
Et per­
fe tta noni
•r
effere ,fc nonfino con lei fi come
,i beni
[odtana,
&del.ci) f
tè ucro q u e f l o ?
V M
L
Et queflo
altra cofa.
VMT If. Sia come uuolc, &
dite: pitote egli effere
moalcuno ;
ilqualenon f a à moti della fortuna, o buoni, o r e i, che f i f e d f i
ucrfo di lu i, neceffariamcntcfittopoflo ?
V
M L.
Làdano.
if.
Come parimente non h a , chi non operi fecondo i
Inibiti del­
l'animof i o , per lo me
70
degli fl ormenti corporali. V M L. li' nero, ma
che e
perciò
?V M TIfi Qual cofi c adunque , che
le maniere
dell'animo d: Vintone, & di Violino} con la fortuna loro,non poffano dare ef­
fempio
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