Franciscus Patricius: Della historia diece dialoghi - page 107

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che di V ende fi fcrijjc ulta il quale
cittadino fu
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quei1,a
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L.Attendete,due virtù fono le civilif a
£T
lagiujlitia
, é r
due le militari,la prudenza,&
tra gli
buommi
militari
prudente& forte,ey" per lo
di
quefle due
vir­
tù. habbia gran cofefatto, eglifi può molto
debbo
ferii>.ere
bis
tona
fua u l t a .Ma nelle civili
e
altrimenti. noi dovete
la
gitSitia
[coperta& pura,
non
può nulla nelle attion civili. Et quanto ella
£
maggiore
,
tanto ella può meno,&
manco
nuoce. Et pero
poco
eccellenti
cofe ella può fa r e . Et di q u ii
perauentura,chcdìHiperbolo
non
fi firiffe
Horia.Lagiuflitiapura d’altro canto,nonf i
ne
anch’ella cofa
degna
di memo- ■
r ia
.
Ma ambedue miste infìcme,fonop o f a n n o
ti& memorabiliver. T M T
f i .Voi andate molto lontano
gnifico , & io non ui tengo dietro
.
V J L. Hor bora io
fino
d noi . Et
fi'compongono elle in tre maniere .
T erambedue od in co­
lui,di cui fi ferine,o fono nelgouerno
della
e lima nell’uno, & nell’al­
tro l’altra. Et quindi è che effondo in
MinCatone la gìusiHa, &
lingiuflitia nelle
l{epv.bliche,cbefive
per la materia, che
lorponea ìnanii il contrasto, che efii temer col gouerno .
Verie ie, &
di
.
Alcibiadefi fir iffe , perche in loro & nel
furono la
ét lingiuflitia. Dalla quale &
contrarietànacquela
deroga , dalla quale prendere effempio fi potè,dì
to f o ffro efii alia patrialoro. T JL T f i . Io
il
meffer
Mgoflino io non ui intendo per quefla uia.
defle una pili aperta, efi p iana. V M L.
ulta
di quei cittadini f i dee
fcriucre,
iquali, o molto danno,
patrie r e c a r o n o .Intendetemi uoi bora
?
T A T f i . Ter certo
cilmente. VML . Egli
è
pero il rmdcfrmo,
io ragionerò in quefla
uiapiù piana. Et dico, che il molto danno
il mollo utile, può alla patria
altri recare,con lagìuslitia, & con
laTerò ch
città male regolata, vuole effere alla
[chauendo
torità
, fi sforgadiportar la fua ginftitia nelgoverno.
ta,chcegli rovini o lo flato, & cofi
faccdanno
fua patria: o
f e medefmo
,ficomefecero Catone, & Gracchi. Et può anco Cingiu f i ,
tia condur in rovina una bene isiituta P^epublica ogni volta, che ella habbia
fo r t e • Si come
lingiuflitia
di Lifandro, & di Mgcflao fu cagio
niinciafè la Spartana à
mimare.T Voi
cefi
. . .
M
a
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