Giulio Camillo Delminio: L'Idea del Theatro - page 368

s
.
D E L L E M A T E R I E .
175
\ VE’/
mondo rimanerferina il fio Sole
.
0
Lume degli occhi miei non è più meco.
Loco prefj'o
DittmT,
Derelinquit me uirtus
mea,et lumen oculorum meorum
esse
ipfim non
9
ejl mecum.
esse
nelfonetto
^
Spirto felice, che fi dolcemente )
f
Co£rae
dolcezza collocò nel fine il cader del Sole.
,
^
N e l tuo
partir Partì del mondo amore
' r
Et
cortejìa, c'faol caddedal cielo
.
'
/
Mae
che eforipio daremù m i per la lontanane
esseS
£ae
Con la u ìta
,
ferfad che partiamo dal Sole
? ?
I/ \ alcuno certo ,
che dtmojìrerà l'anima della pera
!
fin a amata nella lontananza fu afilendcr{
6
(K
I
me Sole incielo.
esse
*
-^Occhijffei ofcurato à i uofho Sole fa
esse
r -’
y y j f f f A i t o al cielo
, esseiutsplendo.
!
Q u e lli
, che /u delseco?
nojhohqnorèfa^
Hora e del
n e l
,
che tutto orna & nfiffixhfZ
!
Diremo mede/imamente, ch éti venuta indai
to
,
cui fi oppone la lontananza, da locog erititi
mente dimorano nella fmilitudine del Sole,
esse
nellapparir
esse
nello fio r ir , ilche rtranifejìa-
men(e
fi
può comprender per la
venuta
di Ve*
nere appreffo
Lucretio. ' ***
b
T e Dea,fe
fugiunt uenti, te ntihila cocli
;
Àduentuq; tuo t
ibifuauidadala tellus
Submittitfu re s
,
tibi rident aquora ponti* i
n
Vacatumj; nitet difufum lumme corium.
esse
Lequai tutte fomenti
e
fono prefe dagli ef­
fetti , chef a nella primauera il Sole, cofi Virgi­
lio imitando Theocritó
.
Aret
ageruitio mortem , fitit aeris herba 9
*
1...,358,359,360,361,362,363,364,365,366,367 369,370,371,372,373,374,375,376,377,378,...516
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