Giulio Camillo Delminio: L'Idea del Theatro - page 253

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D I S C O R S O
* '
sa
la tmagine loro nelle fenfibili opere non fiaprà
rnojlrar di fuori. Et quantunque
M, Tullio
tre
fole forme nel fuo Oratore , aguìfa di tre modelli
apparecchi
,
nondimeno più fuura mi pire la uta
di Dtonifio ,
(oso di
Hermogene
. JL
iquali forfè
confilerando ciafcuna delle detteform e
,
,cl)e uni-
uerfali fono
,
effer compojìa di più particolarifior»
tue
:
fi
come
ih
umano corpo
.
che confideiato tut­
to,
benché
habbia nel tutto
quelli
grande
Coso
uni»
uerjalform a
,
per la quale
e
difìinto dal cane
coso
dal bu e
,
nondimeno quefia fi/m a è di più form e
particolari cofìiluita :f i come del capo
, delle
brac
eia ,
coso
m a n i,
coso
gambe ,
coso
p ie d i
,
lequali par
ti ciafcuna ha fuo particolarefórma . Et tutte in­
fam e fanno la uniuerfàle
; Si diedero àfitlfaftele
trattare delle dette particolari. Dice adunque
;
Cicerone effer trefio)e form ella fommefJaf la me»,
diocre
,
coso
lagrande
.
sa
r; oso;; Lv
;.
La fommeffa è quella, che quantunquefirfhu»
mite , e nondimeno da effergovernata da prude#
ti
;
percioche effa ben con la h afftifa fina moflxa
poterfi facilmente imitare: mafarffe volte ingan­
na colui
,
che ne fa p ro va
.
imperoche quantun­
que Cic. dica , poiché confefjata ha la fu a difa ­
tuità , fc alcuno cade da lei non poter cader, fe
non da baffo luogo , pur a me pare , quanto effa t
più baffà , tanto tfptggi'-r pericolo effer di diven­
tar utle
.
Etgran cofi
è
tenerfi filam enti un po­
co levato
,
la ondefc alcunof i abbaffaffe , non me
citerebbe più nome di fommefjo, ma di vile. Que
fia adunque dee ufare molte
coso
jfeffe fententie,
ma ta li, che'l loro lume no» molto, rifjdeudd.
Le
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