Giulio Camillo Delminio: L'Idea del Theatro - page 254

r
S O P R A H E R M O G .
7*
parole
fecondo la confuetviine
, sa le
traflttioni'
niente dure
; ma
di quelle che nel commuti parla­
re fi riceuerebbono
;
molto dee effer afiuta
, roaest
che
taf}ufia fu a
,
più fittile che magnifica fia je
parole fue non deouo efferguardate da (amorfi di
vocaboli
,
neper tutto ciò da ingrata negligenti»*;
ma da quelli che diligentemente è compofia
.
Sciol
ta ancora dice Cicerone dei tutto da num eri. Ma
per mio auifo non dee effer intefo cofi femphee-
tncmt yf creioche ancora detti numerifono
( si co­
nte
al luogo fuo diremo
)
che non muffirono ornato
)
sa
pvr con dtligentia
,
che non appai e
,
fono tef i
fitti
.
La mediocre forma t alquanto più robufla
, s a
pitn&rjQA non p tr tutto ciò tanto
,
quanto l'am-
pHfiima , chefiguirà faappreffo
. H a
qvefia le
y ferventie più dettate,
s a
tuttig li ornamenti-,
sa .
lum i
dell*Eloquentia le fi conuengono ^Et benché
con lt Irafiattoni
, sa
altre bellefge fi parta al­
quanto dal commune ufo y in quanto èlle cofi non
fi parlarebbono , pur nonf i dee partire dalla intcl-
ligentia commune
..
Da quefta ancora Cicerone
dice ycadendo alcuno
,
non poter cader da luogo
molto alto. Et uero dice >perche ha fiotto à fe la
N
forma fommeffa
,
cht farebbe fuggire il pericolo
diuentaruile y nondimeno diffidi cofa è tcnerfl
,
nel
m e\o
si „>4
diuentare alcuno de g li eflrem i
,
non dico fen\a participor la natura
ile
g li ejlrt-
m i
,
che impofiibilcfarebbe
.
'
La terza forma èia magnifica
,
la. copiofa
,
la
grave
, la
ornata
, sa si
come la fommeffa
e ite*
esneta a
pronare > C /la mediocre à dilettare
D tese
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