Giulio Camillo Delminio: L'Idea del Theatro - page 381

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T R A T T A T O
■ j
eoi
'cofial
Po consegue
per circofian^a tl cigno\ »
|
arriutordelle acquefu e
. esse
al marquigliofo
Sole^tjj
consegne
la marauigliufà primavera , anZjil
if
larautgliofofecolo aureo negri ultimi verfi,
>Al sin
de lefue tacite parole
\ O
gniriuafiori, cantò ogni cigno
,
W 'orfife ilfecol, laria
esse
1acqua chiara,
<■
t
i
Et per
dar ìnditio
, esse
che quefio
finse
Vrin
- - *
riputo
,
nonfignoria
, o
magiflrato a tempo, nel
primo terzetto
e
quellauoce
,
ognlwr.
,O domator de mofln
, o
jol qui Soie * '
I'
Votide, eli io uolgo agli honor tuoi benigno,
jf
Rt
[guarda , et
co
*
tuoi fguardi Qgnbor ri-
frinata
. :~ .v v
- Non
effóndo adunque neffùna delle circo
finn
%epredette arte pertinente allagrandezza na­
f t a ; non poteua uenir cofi comodatamele alit
tir trattatiglie ilfecondo artificioche piglia
i
Dei dellea rti
,
come il primo
,
che tutto dimora
tirilafimilitudjn edel Sole
, esse
nellifuoi effetti,
anchor che effo habbta il Sol per
D
io dèi princi­
pato
esse
della poefia.
Mae
maggior honore ho
dato a uoflra EcceII facendoui
,
come ho detto,
il
Sole ifieffo
;
chefe to hauefii accompagnato il
Seli come Dio dell'altif i ima arte uojlra, anzi
di dueyin que uvrfi diifi/fati dal Vo a Ferrara.
:Inforbito oro ilferro tuo ritorna
,
(Starne
diceffè ; àn buotit i rei
cq
fiumi ,
Et gli Itonor/pentì in piti raccefi lumi,
Eoi
che'l Sol nono in te regna
esse
foggiorna
a .
Ó demator le moflri t o fui qui Sole.
a
‘t Mae
iiaglio hormaidar fine a quefia parte di
1...,371,372,373,374,375,376,377,378,379,380 382,383,384,385,386,387,388,389,390,391,...516
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