Franciscus Patricius: Della historia diece dialoghi - page 17

lor dietro.B I D .
Madi qual dì
loro , diremo prima
?
del
amico ?
C l G . Del
pia antico.B ID. Attendete
/Piace
a Luciano che otto cofe ■principalmente fieno n
e
l
l
o
-
derare
fili
principio,
l'ordine,ilfine, le cofe
tacerequ e
deanodire : le cofe da dirle alla sfuggita & quell’a!tre che fu fi dee dimo­
rare, & comefi deano raccontar i fatti. Ma alianti ch'io entri a
uinel modo cb’ejfofiefio le ci dechiara, io
o
che
diciate
ui pare ch’eglif i f a nudato per la buona?
Et io diro, o
Mlfonfò,ch'ioho
& p e rnatura & per coflumc tanta agli
di gran nome, che io
miabbaglio nel lor lume
m o d o c h ’iofono
più uolte
d ’accorfcntireà quello chel'animio per miai modo,nc un o i n e
fente.
B ID .
Et che volete noi dir per questo?VM T If.
Jb mi auuiene bora : i:h’iofono dallafama dì quefio Intorno
ch'egli
mi pare,che
eifi
incaminibene
richiami da
cofidire,etmi detti
altrimeti.Laqual cofa io dico
ma-
la
tioglia:fiperche noi,non mi toniate per troppo
& f i perche io
intendo che quefio buomo, è uno de più fini
il mondo. La.
onde io temo che s’egli risa ch’io
no
mi acheti a detti
taglia a balzar
ini ingufa d’unapalla per bocche
d’ogniunocon le burle
bia poi apentire graueraente. GI G. ò coieriafi,che e cofa da ridere,
è egli morto già molte centinaia d'anni ? E M T fg. Ige di quefio
ho io a
fidare,et poi ancho iohopaura della piafuma . B I D. Dellafama taglio io ad
afiicurarui.pcroche ella non e di huornofacciato,ma
«A.
M cn
_è adunquefeienfiatohuorno Luciano? B I D. Tgon per certo.ma f i gran bef-
fardo come
di:e,&cortigiano,di
quegentili. T
T
uoi,ch'ionon fo
diflinguerene anco lendegli
, f i
fono io di
buona paTla.
B ID .
Cotcfiopafii. Marni diteciò che
detta
quello ch’io uiho contato. V M T If. Io’l ui
come egli il
detta.Ei mi ragiona in
questa
guifa.Omiaombra,fe tu
fapere ch
foffel’huomo,non ccrchereflì tu,dellapia
bene, dico io.Mi
lefoggiunge egli,foffe cofiproprià di lui,che ad altri, nonfi potejfe
dare?Cofi propria. Qualefarebbe
que
fia,c animale di un capo,di due
braccia,et di duepiedi,confidile,petto,ventre,& copie .Forfè
c
qutfia, ri­
fiondo io. Et fe tu uolefii
difinireunaSanata,figgitinge egli,una Bertuccia o
un Satiro,non àircfii tu,che efii foffiro animali di un capo, di due braccia, di
due piedi,con fialle,petto,neutre , ór
bene. Come è adunque, dice
efii,quella dfin ii ione cofi propria dell huorno,quando e anco quefìi altri?
J nniun modo,rifiondo io,tutto
flnpido.Alaquefia altra
ben
M 3
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