Giulio Camillo Delminio: L'Idea del Theatro - page 168

D E L T H E A T.
H i
deboli dellefere, erano da quelle per tutto dif i-
pati
, lyne era
trouata lafatuità appartegenti *
all'apparecchio del uiuere yma da combattere
contra lefere nonhaueuano il modo
:
percioche
la ciuil facultà
,
della qual la militia riè una
parte
,
non erafia loro.
Pur
per poterfigli hue
mini dalle fere difendere
,
fi congregarono
coso
e
U fi
carono le città.
Mae
oime
,
checofi congre­
gati nonfi poteuano l'unl’altro comportare
, coso
tra loro fifacevano di mille oltraggi
,
percioche
della ciuilfatuità non erano partecipi
.
la onde
sformati ad uficirdelle città
,
tornarono a diue-
ntr pufiara dellefere. Al finGìoue moffo a pie
ta dellafiumana infelicità , mandò Mercurio.,
chepprtaflè qgh huominiiljuìofe.
coso
lagiti-
f i tt a
,
afin che
queste
due cofe ornajfero
CosofeAia d.rcl£
gafjero talmente le cittàxhegli Intorniaifi con- l(
«muda
citìaffero con be/uuolen\a
. Mercurio
Intuendo
huornuil.
tìa portar queftì due ornamenti
,
interrogò il Va
dre
> sa
hauea da diflnbmr quefti due doni nella
maniera
,
che erano Sfate dtfiribuite le arti ,
delle qucdi l'uno nehaueualuna,
coso
l'altro Val
tra,ofie pur le bpueffe da dai-ea tutti egualmen
te .
A
tutti rifbtìfe Gioue
,
percioche tutti oli
gli buomim ne debbono efler partecipi
,
che al­
tramente le citta cunferuar non fi potrebbono ;
chejTuene nrimódridfò un c^fìffMÌWiMttii
»
ta potèfi
e
(odisfare
AMO
Iti m medici et a molti
nondimeno.di pudore y di
giufhtta ornato fia molti
,
che ne pudor negiu-
fiitta non hauefièro
,
nonfi potrebbe confervare.
Apprejjfo Gioue commife yclte da fuaparte fa -
1...,158,159,160,161,162,163,164,165,166,167 169,170,171,172,173,174,175,176,177,178,...516
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