Maria Gondola: Alla non men bella che virtuosa, e gentil donna, Fiore Zuzori, in Ragugia. - page 7

mia firella; ho letto il
hfyrodel!# Fortuna 0
niofihf^mi
h $ m u d a t o * 0 * $ #
donnafipm dare,
hampdoella
per
difieppfp
>non crederò ycbeaù/adonna
a l mondof a fiata mai
dijof‘Tlutàrco f
che'Tnhdgora lM s nQnfilo lafa c i l i Theoclea,daL
l a e j u a i e j f o f a p q r ò tantaEtx ma
vn a fa lm fa
yhtqualefiopraumgòn etfip erek .Z
0 iaggu ag liò al
‘Padre>
leuaitano
firn iref a
parlarenellafta
,
rPithagora leggere
in A cadm ia
che
credere f f i q u e f l o
cÀmtor
grane
non lo dic
ficrhto,ancoradella
mogliedi E u an ckoc
fim a ,
laqualef i chiamala
grande
eloquenza,
ehebbe nelverin Latino
Carmen,
n dquale
hebbetanta f
altrihanno nella p ro fi
.
Narrano ancor Fhfo r te *
che in Grecia
erano dued o n n e d o t t i f lu r t e
r
mattano
L a f e r m a , & oAxiote0 tra
Platone molto nominate, FvnÀ deile quali era di fan-
ta profonda memoria, 0
di f i alto intelletto
»
che molte
itolteefendo Platone in
-
m cominciar
aleggere per non cfaruijprefinte
f i ernia, 0 zAxiotea, profinda memoria
,
fitti!
intelletto
.Strabane
narrain quel libro
bis,cheapprefioiLidi era vnaReginè detta Mirthis,
* *
onderà
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