Giulio Camillo Delminio: L'Idea del Theatro - page 323

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G R A
M M A T . D I M. , o
f
na cielo lieto piedef i rimoue qneta ,fp irto
,
Spè­
gna
, I
Uffa «na dice it Petrarca . fa
4
«giunge con
G , sa D ,
ignudo , iddio
,
K
^
K
.non dnfa
,
benché K arolo,
sa
Kcdeito bah
biamo
,
sa K
alendo
, sa K
.alumnie
.
.
L
L. si
muta in
T ,
placeo piaccio
,
plus più
* Ssa
duplica Hannibale per la rim a , meltefi per
K ,
utneno veleno ,f i ri/ucue
,
quelli q u ei fa
*
M
M.
f i pone m anzi a ? ,e G . Et quefle lettere
fingono
N , cosi
amano in tempo f i pone per N ,d a
nutrì danno domina
,
dorma.M ,f i muta iti Vanume
rare noverareS 'aggiù ge Capitolium Capidoglio .
\ 10
N*
N.entra
i» luogo dt
0 .
occida ancida s'aggiu»
ge , afeondo nafondo \ f duplica nelle te rfe p er
- f
Jonefanno y UiWno .
O
O. sa V , Lamio tanta
affinità ,
che
l'uva,
sa
Valtra commodamctitefi pone
,
ubidire , molto ,
fioko. gre. In luogo di
E.,
denere douere
, in lue-
go di A , fid isfaref i legge in profa .
P
P si
cangia in
V
,
opra cura
,
Jòpra [àura , in
T
yfcripto f r itte
. si
dupplica , doppio
,
troppoy
ttapafio ,p er cvmpofitiane di pajjus Latino
.
Q
* Q .
in
G,
fèquire, feguireffi muta laqueus lac
ciò
,
c
torco da torqueo dice Dante
,
Raggiunge
■ella q u e lli.
' R .ttf
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