Giulio Camillo Delminio: L'Idea del Theatro - page 31

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r*Rian
A ncata nel fejlo d ei naturali può
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appresso
di me
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doue dice
, nelP
anime ne
n o virtù sir# essere « ita c erta
iurta di alterar le cofe
, £T
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?trim a nofira è
dienti *
portata da alcuna grande offettian fipro'effe * ,
r * Nfgromi E, A r ;‘* '
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">neffìmtempo effer
più accommodato
,
che quando l'animo dettoti §
fia, perche la rrandt affettion alteri il corpo .
efr quelle cofe
, so p ra
lequah egli fi mnoue
; •
L & J K
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a c u ì le eo/c
inferiori obedifione, eper altra ca
riconofia da D ie
. Ma,
perche la dimandaglie
mi fate yè d'mtùmo all'arte
;
d i
lei con noi ter-
-
e
* -
co ,
chepensiero, a n \i preponetene tn me non
e,
oomemolti auifano
, d#
dannar Varte degl'an­
tichi Abitari per introdurre una marnami*
»
bercioche tantofit* lontano daepieflr-penfiero i
unto io non ifììmo aUun nùo trouato effer
tono
pi^iojktica di dar per miei lochi crdme alla
tJ i etenea
,
che ci hanno lafciato g li antichi i
molta cura ho bauuto
, Cr
hauro fempre, di
cufiodire & difar uedere ogni nummo loro
pregetto c y configli
» ,
non
qrua
fi nudo, ma ce*
mefra sfato trattato dagli Oratorito da i
Poe­
ti ;
& per quante uie tn diuerfi materie y por
ferm o tenendo i che 1procetto p'I tonfiglio non
u
'&L*
1...,21,22,23,24,25,26,27,28,29,30 32,33,34,35,36,37,38,39,40,41,...516
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