Giulio Camillo Delminio: L'Idea del Theatro - page 118

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9 ;
riori a u-mire alla apparenti dellageneratione
d i'hiitano j ccmelo s tm.p fio Ie jne ona, do-
sa
iiando a loro la nita di quellofj/irito , che è nel­
le fue rote dei qual cofi parla Efidane
/ .
Etjpiritus erat in rotiti.
Questo
come che tcn-
pa lim ita tu ti
t
«li elementi : nondimeno più
fanorijcc il fuoco , che Teiere,
s a
piti 'Caere che
Tacqua 3 O" (nn tacque che la terra
« M
a fe
auejla terra, che è men favorita y perla n itti
Csa
fecondità che le dona quèfioJJnrito, germ i­
na tutto di tante varietà di cofe ; che debbono
ffj k r i f a k mentl
a
1* Clii- fecondità a noi in -
Tfr~ ’ ff7
e fumivifee ancora la terra * Mercurio Òondo
nel Pima/idro dice, la terra per niun modo e
/- M ercurio
JCrc hnmoldJefiìu i cjfere agitata da molti mo- j f
' 'n{sa5
itimenti : nondimeno in comparatione de gli
muout-
altri Elementi
esser
quafi filabile
.
Et aggiun-
ge , che non è da creder, che
ella,
lagnale c nu­
trice di tutte le cofé
, (sa
che concepìice
s a
par-
\ \
turi(ce ymanciù di motiimento; perciochè e irn-
’ pojfiilnfcofà
,
che ferina movimento pofjapar­
turire,
E/
fi come le fiielle fono «li occhi ai guè'
fornendo; coli Therbe
s a
g ii arbori, che mol­
to pcr la loro pan!;!a riceuonv del detto vii ale
[invito
,
tono a «nifa di p eli,
s a
di
fio corpo
Tesar
'm etalli
,
ca le picare fÈ,
J a d i offa fi" Non è adannue martini'^1
jìygpljgrT fim bolici hanno {curato il ytiond®
lètto iip n u jo td a iArgo
/, art»
7
occhi: perciò-
•:
cheti mondo unte
.
Qiiej}I"m a«hu: afiunqtttT
tutto 'in ' m in erfalè
»
e y n i j'j/eciv la riiaffa ccifre,
s a
iW rpi alejTir--
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