Giulio Camillo Delminio: L'Idea del Theatro - page 139

1 n *
L A I D E A.
m an ti il peccato era nàia terra mrgtnal dì qué
fio mondo, Et mentre dimorò m quella fcn%4
maculare il corpo Jùo di peccato, era in Para-
difo Terrefiro
. Et
fatto il peccato
,
la terra
tontrafje macchia,
s a
cofi venne ad ejjer cac­
ciato del Paradifo Avvenne adunque al mondo
fiuto.per Adam quel , che potrebbe avvenire ad
un
B
arondi
Cesane,
ilqvale fe peceoffe
,
tutta
G;‘
lafuafamiglia verrebbe a contragger macchia
, .
ancor che ella non bauejje peccato ,
s a
tutti
li^ _
guarderebbono con occhio, torto
. Peccando?
Adunque Adam ; peccarono tu tti g li elementi
per contratttondi macchia . D i che in loro non
e/fendo ptula.prima virginità , fi può dire, eh#
per quefta cagione Adam fia detto ejjèrc flato
cacciato dal terrejhre Paradifo :
Muoi* ***
MzfcgHtndo il prQpofetanpJlrocda fapere, chi
*jf
in noi fono tre anim e, lequaUtutte trtq q a n *
^ttm que godano di quejlo nom+ipmunc animo
nondimeno cia/tuna ha ancor ilfiio nome partifa
colare
.
Impercioche la più buffa f
s a
ùicinaq
e t conipagtia del corpo noflro i thiamataKefr^
jK m : sa e questa
Miramente detta da
Mose tini
Kephei
fnauiuens
. E/
que(ìa}percioche in lei capen d r
anima. nnwwwif"' «g
i,
i
tutte le no(tre pajs m u ffe babbiamo noi comu­
n i con le befiie,
E
t di quefia parla Cliriflo B
quando dice .
’T
riftis efi anima mea ufque ad
mortem . Et altrove, qui non habuerit odio
animam fuam, perdei eam
.
a
/qual
non affn-
rando la lingua, ne Greca , ne Latina, non f i
può rapprejètitare nelle traduzioni la fuafigni
fieotione , come ( per cagione di efempio ).itp
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